Paesi visitati - Arabia Saudita

Perchè in Arabia

L’impresa di costruzioni Giuseppe Torno, per cui lavoravo, vinse l’appalto per la costruzione di questa strada della lunghezza di oltre 100 chilometri, per un valore di oltre 100 milioni di $ USA, che collegava le oasi di Dukna e Nafee nel nord del Paese, nell’area di Ghassim, Bureidagh.

Nella seconda metà degli anni ’70, io mi trovavo nell’Africa del Sud Ovest dove stavamo completando le finiture della costruzione della centrale idroelettrica di Ruacana, sul fiume Cunene, al confine con l’Angola.
Fui chiamato dalla sede di Milano per rientrare in Italia con tutta la famiglia.

Destinazione Arabia Saudita. Rientrai e mi feci un buon periodo di ferie, portai la famiglia in Inghilterra e mi organizzai per questa nuova avventura.

Il cantiere era già stato avviato con la spedizione del macchinario e la costruzione dei campi per ospitare le maestranze.

Feci un primo viaggio in Arabia Saudita e con il geom. Giuseppe Ruzzi andai in macchina da Riyadh a Jeddha per vedere la tipologia di alcune unità abitative che erano prodotte in loco e per visitare alcuni fornitori di macchinario. Il viaggio fu impressionante. La sabbia fluiva da un lato all’altro della strada sopra il manto di asfalto come un velo. Si trovavano in continuazione pozzi di petrolio, con la loro tipica fiamma che bruciava i gas residui, e naturalmente carovane di cammelli. Arrivati a Jeddha, era così caldo ed umido che, appena uscimmo dall’auto, eravamo letteralmente impregnati d’acqua.

Le temperature raggiungevano i 50° all’ombra e l’umidità nel deserto era solo il 15% ed era così bassa che si spaccava la pelle, contrariamente a quella di Jeddha e Dhahran, dove l’umidità raggiungeva il 98%.

Feci poi un secondo viaggio, quello che mi portò in quel Paese per dirigere la costruzione di quell’opera.

Partimmo in macchina con un autista sudanese, per raggiungere la meta: il cantiere di Al Athala, una oasi a metà strada fra Duckna e Nafee. Oltre 500 chilometri verso il nord, nella zona di Ghassim, Bureidagh.

Viaggiammo su un fuori strada di marca International con un motore diesel di 6000 cc. di cilindrata, dotato di aria condizionata. La nafta costava solo 30 lire al litro.

Arrivammo ad Al Athala, una oasi vicino alla quale era stato posto il cantiere e dove il campo era ancora in costruzione.

Il panorama attorno al cantiere era sconcertante. Dovunque volgessi lo sguardo, erano deserto e roccia, ragnacci simili a tarantole, velocissimi scorpioni e, naturalmente, le nostre abitazioni e la torre con il sopra elevato serbatoio per l’acqua potabile di cui il cantiere aveva bisogno.

La direzione lavori era americana ed impiegava tutti tecnici filippini, i quali erano molto fiscali, come lo erano le norme tecniche che esigevano di lavorare al massimo della qualità. Diversamente i lavori venivano fermati.

Il nostro personale era composto quasi completamente da italiani e da sudanesi e da qualche palestinese. Il medico e la moglie erano egiziani. La forza lavoro era di circa 200 persone.

In Arabia Saudita non piove spesso, ma una volta ci ha sorpresi una grandinata che è durata un’ora. Sul terreno vi erano 40 cm di grandine. Essa aveva sfondato tutti i vetri dei mezzi di lavoro e nei wadi correva acqua come un fiume in piena.

Naturalmente ebbi l’occasione di visitare numerose aree di quel paese arido bagnato da due mari e ricco di enormi giacimenti di petrolio, di gas e di minerali.

Vi rimando al capitolo sulla storia dell’Arabia Saudita e alle foto inserite in questo capitolo.

Dopo un lungo periodo su quel cantiere mi fu chiesto di rientrare in sede perché destinato alla direzione della costruzione della diga di Shiroro in Nigeria. Con la moglie e le figlie ci facemmo un viaggio in Kenia a Malindi dove potemmo assaporare di nuovo del buon cibo e la vista del verde.

Read More

Breve Storia

Periodo preislamico.

I due mari che si trovano sui due lati della penisola arabica hanno fornito un relativo facile accesso alle due civiltà adiacenti, quella del Nilo e quella del Tigri-Eufrate. Un volta stabiliti i relativi contatti potevano iniziare i relativi scambi commerciali, anche perché queste civiltà erano assai ricche.
Il contatto fra le civiltà dell’Egitto e della Mesopotamia passava anche nella fascia più a Nord attraverso la terra di Canaan.

Le popolazioni costiere accentravano i loro scambi commerciali con l’attuale Bahrain ed Oman, mentre quelle più a sud con l’attuale Yemen e il sud dell’Arabia Saudita. Quest’area permise anche un maggiore sviluppo agricolo rispetto a quello delle aree che si affacciavano sul golfo Persico. Ciò risultò in una relativamente alta civiltà fino all’anno 1000 a.C. Si formarono le città stato di Saba che prese il nome di Sheba nel Vecchio Testamento. Causa la prosperità dello Yemen, i Romani chiamarono quest’area Arabia felix. (Arabia felice). La combinazione fra le aree pianeggianti e quelle montane fece crescere una popolazione dedita al giardinaggio delle Oasi ed alla pastorizia, ed in parte era stanziale, in parte nomade.

Le condizioni materiali in cui vivevano gli arabi, cominciarono a migliorare verso il 1000 a.C. Una tecnica per sellare i cammelli permise l’uso di questo mezzo di trasporto che permetteva di attraversare grandi territori, per motivi esplorativi e di commercio. L’aumento dei commerci permise di collegarsi con Petra in Giordania e Palmyra in Syria. Permise anche la crescita di piccole città di cui una era la Mecca che, grazie alla presenza di alcuni mausolei, attraevano molti visitatori. In particolare a Hijaz vi erano credenze religiose politeiste con relative pratiche di credo. Il luogo di maggiore attrazione era la Mecca.

La pietra nera che si trova dentro la Kaaba, chiamata Al-Hajar-ul-Aswad, risalirebbe a milleni addietro e sarebbe un meteorite. Vi sono diverse ipotesi di vari studiosi che relazionano la pietra nera a numerose credenze religiose e i pellegrinaggi fatti in questo luogo prendevano il nome di Haji.

Verso il 500 d.C. vi erano più opzioni di credo religioso fra cui quello dei Sabei. Vi erano anche quelli dei Hanif che erano pagani monoteisti, di cui si accenna nel Corano. Esistevano anche delle comunità religiose ben insediate cristiane ed ebree. Lungo la costa del golfo vi erano i Nestoriani, mentre nello Yemen vi erano gruppi di Cristiani Ortodossi siriani. Piccoli gruppi di cristiani si trovavano fra i beduini e nei monasteri a nord di Hijaz. Nel sesto secolo, prima della nascita di Maometto, la città di Najran, nell’area sud ovest dell’Arabia Saudita, presentava una chiesa cristiana con vescovi, monaci, preti, suore ed era governata da un re ebreo. Gli ebrei avevano anche una importante predominanza fra le popolazioni Yemenite ma anche nelle oasi nella regione di Medina.

Periodo a cavallo della nascita dell’Islam (622 – 700)

I Sauditi e molti arabi mussulmani devono la loro eredità alla nascita del profeta Maometto nel 570 d.C. Il periodo precedente viene considerato come il ‘Il periodo dell’Ignoranza’. Maometto nasce nella città della Mecca, proprio quando la città stava crescendo per diventare un grande centro commerciale. Egli nacque nella tribù dei Coreisciti che divenne il gruppo predominante perché coinvolta nei diritti per l’acqua nei pellegrinaggi; essa creò alleanze con tutte le tribù della penisola, cosa che permise loro di organizzare carovane dirette nello Yemen e Syria. I Coreisciti erano i signori del potere. Maometto veniva da un clan rispettabile – i figli di hashim – ma da una debole situazione famigliare. Il padre morì prima della sua nascita lasciando il Profeta senza protezione. Egli fu fortunato di crescere sotto l’ala protettrice dello zio Abu Talib, uno dei capi del clan Hascemita, fin quando cominciò a predicare nel 610 contro il potere insediato nella città della Mecca. Lavorando per Abu Talib potè viaggiare estensivamente oltre l’Arabia. Sposò una ricca vedova all’età di 25 anni e, occasionalmente, visitava le caverne nelle montagne circostanti ed in una di queste occasioni ebbe la visione dell’Arcangelo Gabriele che gli intimava la sua missione. La recitazione di questi versi prende il nome della “Recitazione”. Ebbe poi numerose visioni. Maometto raccontò solo alla moglie di queste sue esperienze, ma nel 613 cominciò a farle conoscere apertamente promuovendo un nuovo ordine sociale e spirituale. Ciò creò molto disturbo ai Coreisciti per molte ragioni ma principalmente perché intaccava alcune tradizioni consolidate sul matrimonio e sull’uccisione delle neonate. Oltretutto il suo messaggio monoteista condannava le credenze idolatre minacciando il business che queste credenze generavano.

Intanto, Maometto cominciò ad avere numerosi adepti. I Coreisciti cominciarono ad attaccare non direttamente lui, ma membri delle famiglie potenti che lo seguivano. Per proteggerli, allora, Maometto li mandò in Etiopia dove furono ben accolti dal re cristiano che vedeva bene l’associazione delle idee dei nuovi venuti con quelle cristiane.

Dopo la morte dello zio nel 619, Maometto dovette lasciare la Mecca e nel 622 lasciò segretamente la città per recarsi nella città di Yatrib, a 320 chilometri più a nord. Questa emigrazione chiamata Hijra segna l’inizio dell’era islamica che usa il calendario lunare.

I Coraisciti scatenarono molte battaglie in tutta la penisola contro Maometto, ma alla fine Maometto potè ritornare nel 630 alla Mecca dove fu accettato senza resistenza. Successivamente si recò nelle aree di Taif e Khaybar che si arresero.

Dopo la sua morte, nel 632, tutta l’Arabia gli era divenuta leale. Tutti i pagani si convertirono alla nuova religione, ma fu permesso ai cristiani ed ebrei di continuare a mantenere il loro credo.

Dopo la sua morte, gli succedette Abu Bakr che morì nel 634. Gli succedettero i cosiddetti Califfi (successori o reggenti) che sopravvissero fino al 1258, quando l’ultimo fu ucciso assieme a tutti i suoi dai mongoli.
Per i primi trent’anni di califfato, essi poterono mantenere una continua espansione ed in breve tempo le tribù arabe riunite sotto l’Islam si spinsero contro gli imperi Romano e Persiano fino alle attuali Spagna e Pakistan.
Il controllo delle operazioni era stato mantenuto in Arabia fino al terzo califfato. Dopo l’assassinio del terzo Califfo, Uthman, il mondo mussulmano si spaccò ed il quarto Califfo, Ali, assassinato nel 660, passò la maggior parte del suo tempo in Iraq. Dopo Ali, gli Omniadi stabilirono una linea ereditaria di Califfi a Damasco. Gli Omniadi furono battuti nel 750 dagli Abbasidi che regnavano a Baghdad. Alla fine del settimo secolo, l’influenza dell’Arabia nel mondo islamico era tramontata.

Dal 700 al 1500 d.C.
Fino al 900 i centri di potere islamico rimasero nel nord della penisola arabica, ma dopo il novecento si spostarono sempre più lontano in Egitto, Turchia e Repubbliche centrali asiatiche. La Mecca rimase il centro spirituale a causa dei pellegrinaggi di tutti i mussulmani, indipendentemente dalla loro ortodossia. Medina rimase il centro intellettuale e letterario che condusse alla codificazione della legge islamica. L’Arabia fu anche il luogo delle grandi spaccature, fra cui quella tra sunniti e sciiti che si sono insediati in Iraq e Iran, con piccole minoranze negli altri paesi arabi circostanti.

Con la diffusione dell’Islam, crebbe anche la cultura islamica con numerose scuole in tutti i campi della letteratura, filosofia, arte, scienze, architettura, astronomia. Naturalmente anche questa cultura cominciò a decadere col passar dei secoli.

In questo periodo quando fu assassinato il terzo Califfo, nacque il movimento denominato Kharijite e rimase dominante fino all’undicesimo secolo. Fu sotto questo movimento che si accentuò l’ideologia missionaria dell’Islam che favorì le conquiste di territori da parte degli eserciti arabi. Il movimento continuò ad esistere fino al ventesimo secolo sotto la forma moderata del Ibadi Islam.

Il movimento Sciita nacque in circostanze simili a quello Kharijita. Essi credevano che Ali sarebbe stato il successore di Maometto e furono frustrati quando invece la maggior parte della comunità mussulmana scelse come Califfi Abu Bakr, poi Omar e successivamente Uthman. Ali divenne finalmente Califfo nel 656, ma fu assassinato in Iraq da un membro del gruppo Kharjita. I sostenitori di Ali passarono i suoi poteri ai figli Hasan e Husayn che furono però rifiutati. Husayn ed i suoi fedeli furono intercettati dalle forze contrarie e l’intero gruppo fu assassinato a Karbala in Iraq. Il suo luogo di sepoltura è divenuto luogo di pellegrinaggio da parte degli sciiti che successivamente si frantumarono in numerosi filoni su una disputa concernente chi avrebbe dovuto succedere ad Ali. Essi attendono il ritorno del dodicesimo Imam, scomparso nell’874, denominato il Mahdi. Lungo questo percorso nacque il movimento ismailita che è sopravvissuto alla data odierna. Non vi sono comunità ismailite in Arabia Saudita. Nel 930 attaccarono la Mecca asportando la Pietra Nera che fu riportata dietro pagamento di un riscatto.

In condizioni normali, i pellegrinaggi alla Mecca e Medina seguivano la rotta utilizzando i porti del Mar Rosso. Tali percorsi erano protetti dai Califfi fino a quando invece altre forze cercarono di ottenere l’autorità sul mondo islamico. Il risultato fu la doppia faccia dell’Arabia; a Ovest Hijaz che riceveva benefici dal traffico cosmopolita che l’attraversava e ad Est Najd che rimase molto isolata. Durante il diciottesimo secolo, le idee Wahabite che sono state alla base della crescita di El Saud originarono a Najd.
Il percorso di questi secoli dell’Arabia ha avuto poco a che fare con la crescita e lo sviluppo dell’impero Ottomano che aveva invece le sue sedi altrove ed infine a Costantinopoli. I sultani che si succedettero però cercavano di influenzarne le sorti dirigendole da lontano. L’ultimo sultano fu abbattuto definitivamente dalla rivoluzione dei Giovani Turchi nel 1907 che diede vita alla nascita della Nazione Turca sotto la guida di Ataturk.

La storia moderna dell’Arabia.

Il percorso storico è assai complesso e dovuto all’inserimento in questo scenario delle potenze occidentali inglesi, francesi ed egiziane. Il periodo interessato è il diciottesimo secolo, dove sono state combattute numerose battaglie in tutta la penisola per la conquista del potere e con l’inserimento della Svaria, la legge Islamica con cui viene ancora oggi gestita la giustizia in questo Paese.

Si distingue in tre periodi: l’alleanza fra Muhammad ibn Saud e Muhammad ibn Abd al Wahhb che si conclude con la cattura di Abd Allah; il secondo fino alla crescita di Abd al Aziz ibn Saud il fondatore dello stato moderno; il terzo è quello della attuale storia del Regno dell’Arabia saudita.

Lo stato moderno dell’Arabia Saudita è stato fondato il 23 Settembre 1932, giorno che viene celebrato come festività nazionale.

Diversamente da altri Stati, l’Arabia saudita non è mai stata sotto il controllo diretto delle potenze occidentali.

L’economia saudita è esplosa con la nazionalizzazione delle compagnie petrolifere straniere che cominciarono ad estrarre petrolio attraverso numerose concessioni avute negli anni ’30, con il primo giacimento scoperto nel 1938 da parte della Arammo, e la costruzione di numerosi oleodotti per il trasporto del petrolio ai vari porti, dai quali partivano le petroliere per le raffinerie occidentali.

Nel 1962 nasce la Petromin di totale proprietà del Governo saudita che lanciò numerosi investimenti in tutti i campi con la collaborazione di investimenti di altri Paesi.

Nel 1988 fu creata la Samarec con la finalità di produrre prodotti finiti in Arabia ed all’estero.

Oggi l’Arabia gode di ricchezze inaudite a seguito del ritrovamento sul proprio territorio di giacimenti incredibilmente grandi e con un greggio estraibile a basso costo. I Sauditi hanno investito gran parte dei loro capitali all’estero in particolare in Occidente. Questo processo ha portato all’istruzione di Sauditi in tutti i vari campi nelle università all’estero, principalmente Stati Uniti, Inghilterra e Francia, e alla formazione di una elite economica ed intellettuale, nonché di un moderno esercito, nella marina e nell’aviazione. Sono stati anche lanciati numerosi progetti agricoli ed industriali in tutto il Paese e si è mirato alla costruzione di infrastrutture per i trasporti terrestri (fra cui numerose strade), marittimi ed aerei.

Geografia.

Confina a Nord con la Giordania, a Ovest con il Mar Rosso, a Sud con la repubblica dello Yemen e con il sultanato dell’Oman e Katar, a Est con gli United Arab Emirates e con il Golfo Persico o Arabico, con il Kuwait e a nord Est con l’Iraq.

Copre un’area di 1.960.000 km quadrati – circa un quinto degli Stati Uniti ed ha uno sviluppo di confine di 4415 km con una linea costiera di 2640 km.

Ha un clima desertico con grandi estremi di temperatura da sotto lo zero a 50 ° sopra lo zero con un tasso di umidità che varia dal 15% nel deserto al 100% sul mare.

Le risorse naturali sono petrolio, gas, ferro oro e rame.

Sono stati impiegati in agricoltura ben 5 milioni di ettari di terreno e ve ne sono altri 53 milioni potenziali.

La popolazione è composta da 16.662.980 di Sauditi e 5.022.824 di stranieri (dati statistici del 1999)

I gruppi etnici sono costituiti per il 90% dagli Arabi, per il 10% dagli Afro-Asiatici.

La religione è quella praticata dai mussulmani nella totalità della popolazione.

La lingua ufficiale è l’arabo.

Gli analfabeti costituiscono il 38% della popolazione.

La forma di governo è la monarchia.

La capitale è Riyadh (3.1 milioni – 1998) con 13 province.

La Sharia (Legge Islamica) regola le leggi e fu istituita nel 1993 con l’adozione di codici secolari.

Il capo dello Stato è il Re, il quale risulta essere contemporaneamente anche capo del Governo. I membri del Consiglio dei ministri sono 90 e vengono nominati dal Re.

La bandiera nazionale è verde con una grande scritta in arabo che significa: “Non vi e’ altro dio che Dio e Muhammed è il suo profeta”. Nel 1906 vi fu aggiunta una scimitarra.

Il sistema telefonico è costituito da 3 milioni di utenti e 3 milioni di cellulari. Dal 1999 funziona un sistema di internet con un provider di proprietà del governo.

Il Paese dispone di una rete ferroviaria di 1.390 km e di una rete stradale di 152.000 km, di cui 45.500 asfaltata.

Vi sono oleodotti per 6400 km per il greggio, 2.200 km per il gas.

Sono presenti 12 porti fra cui Ad Dammam, Al Jubayl, Duba, Jiddah, Jizan.

L’Arabia possiede una marina con 70 navi e 72 aereoporti con piste pavimentate, fra cui quelli internazionali di Riyadh, Jiddah.

Omaggio ai visitatori del sito: “Il canale di Panama”