UNA VITA DEDICATA AL LAVORO PARTE 2 CAPITOLO 3

Conosco Janette, la mia futura moglie

In quel periodo conobbi quella giovane che poi divenne mia moglie. Un giorno mi trovavo all’aeroporto di Chipata per accogliere del personale che arrivava dall’Italia. Quando tutti se ne erano andati, erano rimaste tre ragazze da sole. Visto che non era venuto nessuno a prenderle, proposi loro di venire al nostro campo. Erano tre infermiere professionali inglesi, provenienti dall’Inghilterra, le quali avevano firmato un contratto di un anno per lavorare nell’ospedale governativo di Chipata. Si trattava di Anne, Helen e Jannette. Offrimmo loro un piatto di spaghetti. Arrivò poi di corsa un mezzo dell’ospedale che se le portò via. Facemmo comunque amicizia e le rincontrammo al Golf Club della cittadina. Jannette divenne mia moglie un anno dopo.

Il golf club di Chipata che frequentavamo quando realizzammo la great East Road, era un club dove passavano le serate e i fine settimana gli europei che vivevano nei pressi di quella cittadina. Erano quasi tutti farmisti, un centinaio in tutto. La maggior parte del tempo lo passavano, sia loro che le loro mogli, a bere seduti sui seggioloni del bancone del bar. La maggior parte del tempo erano ubriachi. Che tristezza, buttare via la vita in quella maniera!
Un volta mi fu chiesto se volevo giocare a Rugby. Io non avevo proprio idea di cosa si dovesse fare. Avevo però capito che, una volta che ti passavano sempre all’indietro la palla ovale, occorreva correre verso la porta avversaria e posare la palla sul prato, dopo la linea della porta. Mi capitò una palla. Mi ero tolto gli occhiali per non romperli. Mi capitò in mano, e guardando la direzione della porta avversaria, mi misi a correre. Ero veloce, essendo arrivato in semifinale nei 100 metri di atletica leggera dei campionati italiani militari nel 1964. Non riuscirono a prendermi e feci gol. Fu uno scandalo. Un italiano appena arrivato, che non sapeva cosa fosse il rugby, aveva segnato. Smisi ed uscii dal campo, sostituito da un altro, con la scusa che ero stanco, per evitare di prendere botte…

Terminato il lavoro della diga del Lunkwakwa, mi aspettava un’altra bella avventura. La costruzione della base aerea a Mumbwa che si trovava a 100 chilometri ad Ovest della capitale Lusaka.