Uomo svegliati
Il profeta Gioele (II, 28), citato negli Atti degli Apostoli (11, 17), immagina la « fine del mondo » come una fermentazione delle anime: « E avverrà negli ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del mio spirito sopra ogni carne; e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profeteranno, e i vostri giovani vedranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. » I Cristiani attribuirono quella profezia agli « ultimi giorni » del ciclo religioso che precedette il Cristianesimo, i Bahá’í la confermano e la trasferiscono agli ultimi giorni del ciclo cristiano.
Sarebbe infatti difficile trovare un’epoca più adatta ad esser definita «ultimi giorni di un’era storica» che questa in cui viviamo, cominciata già con il vertiginoso progresso tecnologico del secolo scorso. Ma pochi ancora sanno che, come in tutte le epoche di fine, di crisi, anche questa ha dato al mondo una nuova religione, che è poi la sempre antica presentatasi in nuove vesti: la Fede Bahá’í.
Il libro che state per leggere è innanzitutto un documento umano di grande significato: quello di un « uomo comune », come l’autore stesso si definisce, che improvvisamente ha aperto gli occhi; che si è accorto che c’è anche qualcosa oltre gli immediati interessi materiali personali, familiari, il tran tran del lavoro quotidiano, le banalità della televisione, le sollecitazioni esteriori della società dei consumi. Che si è domandato perché fosse cattolico e si è messo a studiare gli scritti sacri di una religione che ai più serve unicamente come semimagica abituale accompagnatrice di battesimi, matrimoni, funerali. Che si è posto il problema se il mondo può continuare ad andare avanti così, e se lui, nel suo piccolo, poteva contribuire a cambiarlo.
Il problema se le centinaia di milioni di esseri umani di altre fedi debbano andare all’inferno (o al più in un gradino inferiore di purgatorio o di limbo), e se le centinaia di milioni di uomini di altro Colore…