Raccolta di articoli tra il 1977-1998
La società in cui viviamo è soggetta a continui e rapidi cambiamenti, talchè nel volgere di pochi anni, la troviamo radicalmente mutata. Possiamo dire che in ogni istante è in atto un processo dinamico di sviluppo, che produce un nuovo modo di pensare e di agire, sia da parte dei singoli che delle collettività.
Ma la società verso cui stiamo, in questo momento storico, procedendo sarà peggiore o migliore di quella passata e di quella odierna? La risposta è, stranamente, ambedue le cose: Il modo di vivere è oggi indubbiamente triste, oppressivo e sembra, ogni giorno di più, sempre più oscuro. Da una parte l’improvviso e esaltante progresso, iniziato nella seconda metà dei secolo scorso e continuante con ritmo travolgente in questo, sembra aver posto, a disposizione dell’uomo, un nuovo mondo di felicità tecnologica, e dall’altra questo nuovo mondo sembra rivoltarsi violentemente, come un boomerang, contro l’uomo stesso, come se la natura, violata nei suoi segreti dall’intelligenza e dall’intraprendenza umana, si ribellasse. Perchè? Forse l’uomo baloccandosi con la tecnica ha perduto il senso di se stesso e dei divino che è in lui, ha esaltato tutto ciò che è materiale, che è benessere fisico, e trascurato i valori dello spirito.
L’uomo ha dimenticato di essere stato creato a immagine e somiglianza di Dio e di avere quindi nel proprio intimo essere delle gemme preziose che, invece di palesare, ha relegato nel suo sub-conscio, permettendo all’eccesso di amore verso se stesso e la propria esistenza fisica di appannare, lo specchio simbolico dell’anima, e dimenticando alla fine il concetto stesso di Dio. Purtroppo l’uomo senza Dio è come un terreno che non riceve luce, non produce nulla o solo erbacce, o è come una pianta che avendo tagliato le proprie radici muore. Così l’uomo è rimasto senza cibo spirituale e pur continuando a esistere appare spiritualmente morto…