Il ponte
Il ricordo di mio padre che ha più colpito la mia mente è l’aspetto fiero, in divisa di ufficiale, a passeggio per le vie di Asmara, come si vede da alcune delle tante foto nell’album di famiglia.
L’aspetto del suo carattere che invidio maggiormente, è il suo coraggio e la sua ferrea volontà di perseguire obiettivi, anche quelli impossibili. Di mamma invece, mi è rimasta indelebilmente impressa nella memoria, la dolcezza dei lineamenti del suo viso.
I sacrifici poi, che ha sopportato, per il sostegno della famiglia e di papà, in questi lunghi anni di peregrinazioni e nelle faccende più umili, sono per me un grande esempio.
Pur non contenendo questo libro tutti gli aneddoti e racconti che si riferiscono alla famiglia Robiati credo che, con la sua lettura, ci si possa rendere veramente conto quale straordinaria metamorfosi abbia guidato, passo dopo passo, come seguendo un piano prestabilito, la nostra vita su questa terra, a cavallo del passaggio dal secondo al terzo millennio. Ricordo gli anni della mia gioventù ad Asmara e le difficoltà affrontate dai genitori per crescere ed educare i quattro figli. Il periodo era straordinario perché si usciva da una guerra che aveva lacerato il mondo creando tensioni ed emozioni. Non potevamo non subirne i logici riflessi negativi. Così irrequietezza e nervosismo dominavano la società e anche la nostra famiglia. Va da sé che ogni tanto noi figli combinavamo guai e le pigliavamo sode. Però, contrariamente a quanto affermano certi moderni psicologi, non hanno influito negativamente sullo sviluppo dei nostri caratteri e della nostra personalità…