Religioni rivelate
La storia delle religioni è materia tanto affascinante quanto sconosciuta: è questo il curioso paradosso che accompagna quella che di fatto è la storia dell’uomo, del suo pensiero, della sua tensione verso l’infinito.
Ci si imbatte in alcuni suoi elementi, quasi per caso, solo a livello di studi medi superiori, quando ad esempio si affronta il capitolo del manuale di storia – solitamente noiosissimo – dedicato a Maometto. Più o meno la stessa cosa avviene per l’ebraismo. Nulla di più. Lo studente rimane quindi vivamente sorpreso quando, leggendo il giornale, apprende che sciiti e sunniti, ebrei ed arabi, fanno ancora adesso la guerra nel nome di differenze di religione che sono in fondo le medesime da secoli.
Un acuto studioso di storia ebraica sottolinea in un recente saggio che gli ebrei fanno una fugace comparsa nei testi di storia agli albori dell’era cristiana, in corrispondenza con la diaspora, per sparire nel nulla nei successivi duemila anni. Sicché ci si domanda cosa ci facevano in Europa, nel XX secolo, i sei milioni di ebrei finiti (in tutti i sensi) nei campi di sterminio. L’esempio, macroscopico, potrebbe essere applicato, naturalmente, anche ad altre religioni.
In quanto italiani noi abbiamo forse qualche informazione in più sul cattolicesimo (dimenticando tuttavia spesso che esso è solo un aspetto del cristianesimo, di cui fanno parte numerosissime altre fedi), grazie ai vari catechismi cui più o meno tutti, in maggiore o minor misura, abbiamo partecipato. Informazioni, ovviamente, volte ad accreditare la tesi dell’unica vera religione. Il che può anche essere legittimo, sempre che venga prima data la possibilità…